Il bilancio degli (con gli) autovelox

(Disclaimer – questo articolo in nessuna maniera riguarda gli operatori di Polizia Locale che lavorano sopra le forze, in regime di costante deficienza numerica ed a cui va il pieno sostegno ma è rivolto a scelte politiche che è corretto analizzare – PS Juan Manuel Fangio ha corso per tutta la sua carriera senza avere la patente).

I bilanci degli Enti Pubblici sono atti complessi, si compongono di varie voci.
Salvo rare (spesso virtuose) eccezioni i Comuni non hanno veri e propri rami produttivi di ricchezza, la maggior parte delle voci in entrata è data quindi dai finanziamenti che arrivano da enti sovra-ordinati e dalle tasse o dalle sanzioni che vengono pagate in loco dai cittadini.



Di bilanci – in estrema sintesi – se ne approvano due, uno consuntivo (che fa il punto su come sono andate le cose nell’anno appena trascorso) ed uno preventivo (che prova ad ipotizzare come andranno nell’anno che verrà e pianifica le spese per i progetti futuri).

Nel Consiglio del 30.04.2024 si è discusso del rendiconto di Gestione dell’anno 2023

Dalla sua analisi è emerso un dato interessante tra le voci in entrata spicca un +€ 315.514,83 relativo alle Sanzioni del Codice della Strada, nel 2020 erano 73.000,00 circa, nel 2021 178.000,00 circa e nel 2022 175.000,00 circa, dal 2020 le sanzioni sono più che quadruplicate (dato impietoso ed inattendibile dato dal fatto che nel 2020 la circolazione era condizionata dal Covid), rispetto al 2021/2022 sono quasi raddoppiate, un buon numero di queste è relativo al superamento dei limiti di velocità.

Le cose sono due, o siamo un Paese di indisciplinati e seriali violatori di regole oppure è mutato l’approccio di chi ci sanziona.

Che i Comuni abbiano bisogno delle vostre multe è abbastanza chiaro se si esaminano i bilanci preventivi in cui continua a campeggiare la voce delle multe che ci si attende prendiate, insomma il progetto futuro dei nostri amati e cari Comuni (non tutti per fortuna) è che voi continuiate a violare il Codice della Strada – bel progetto!



Nulla di strano, è ovvio che le sanzioni al codice della strada contribuiscano agli attivi di un bilancio, l’Art. 208 CdS prevede infatti esplicitamente che i proventi delle sanzioni al CdS elevate dai Comuni siano devoluti ai Comuni stessi che poi almeno in quota dovrebbero investirli per migliorare la sicurezza.



Il problema semmai è un altro:
IL CODICE DELLA STRADA NON È MICA UNO STRUMENTO FINANZIARIO!!!

Facciamoci quindi la domanda delle domande: Il Codice della Strada è un complesso di regole deputate a garantire la sicurezza sulle strade o un mero strumento di guadagno?



Se a questa domanda riprendiamo con la prima delle due ipotesi allora dovremmo avere un sistema sanzionatorio in grado di accertare chi ha materialmente commesso la violazione e sanzionarlo personalmente in maniera che – duramente sanzionato – eviti di ripetere l’illecito (facendo la multa a lui e non al proprietario del veicolo e togliendo i punti a lui e non alla solita “Nonna Volante”).

Se invece propendiamo per la seconda ipotesi e per noi il CdS è uno strumento utile principalmente per far cassa allora di accertare chi ha effettivamente commesso un illecito non ci interessa nulla, basta che qualcuno paghi una multa.



Nel primo caso avremo posti di blocco che fermano i trasgressori e che elevano nei loro confronti delle sanzioni pecuniarie e decurtative, nel secondo caso di posti di blocco ne vedremo pochi o magari proprio nessuno.



Sembra abbastanza evidente che il Codice della Strada abbia come finalità principale quella di garantire la sicurezza e che l’effetto “guadagno” sulle multe sia solo eventuale e di certo non la soluzione preferibile…. anzi…
Non lo diciamo noi, lo dice proprio l’art. 1 del CdS che recita testualmente: “La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”.

Prendiamo ad esempio una partita di calcio i falli sono sanzionati perchè non permessi, in teoria nella partita perfetta un arbitro non dovrebbe mai fischiare perchè nessuno dovrebbe commettere un fallo e lui dovrebbe lavorare in maniera tale che accada proprio questo, difficile certo ma lo scopo della norma che stabilisce cosa è fallo e cosa no è proprio quello, allo stesso modo nella circolazione stradale le infrazioni non dovrebbero esistere e lo Stato (l’arbitro) dovrebbe lavorare in maniera tale che siano impossibili o almeno difficili da commettere (ad esempio realizzando la zona 30 che il Consiglio ha approvato e che nessuno ha mai realizzato).

IL PROBLEMA NASCE QUANDO L’ARBITRO GUADAGNA AD OGNI FALLO COMMESSO.


In quel caso potrebbe tradire la sua funzione di garante della liceità del gioco e quindi sperare che vengano commessi molti falli, potrebbe essere anche portato ad approvare regole che prima facie possono anche apparire assurde e quasi impossibili da rispettare (tipo andare a 30 in strade che non vengono dotate di alcun presidio di sicurezza), in quel caso il suo comportamento sarebbe censurabile almeno quanto – se non di più – di quello di chi viola le norme.



La differenza di spessore tra un arbitro serio ed uno meno serio sta tutta qui, un arbitro serio a prescindere dai guadagni opera affinché un fallo non venga fatto, uno meno serio che pensa alle sue tasche invece spera che di falli ne vengano fatti molti e se può mette i “giocatori” nelle condizioni di fare più falli possibile. Qualcuno così si fa male.

Il problema è che quando si parla di infrazioni al codice della strada non si discute di sport ma di sicurezza ed incolumità dei cittadini e se si spera che vengano constatate molte infrazioni – forse non consapevolmente – si sta sperando che i rischi all’incolumità dei cittadini aumentino, si guadagna su quelli!



Ma il nostro Comune è un arbitro serio o meno?

Una valutazione empirica è necessaria, altrimenti si trascende nella partigianeria, io cerco di fornirvi dei dati, poi le valutazioni le farete da voi.


Seguendo il discorso di cui sopra potremmo vedere se nel rilevare infrazioni per superamento del limite di velocità abbia sanzionato chi le ha effettivamente commesse o se invece si sia interessato solo di fare delle multe.



In questo i numeri degli autovelox ci danno un’idea, se oltre a sanzionare economicamente fermi anche il responsabile allora stai sicuramente perseguendo una finalità di sicurezza ed uno scopo educativo altrimenti possiamo parlare solo di soldi.



Ad Anguillara tra il 01.01.2023 ed il 19.10.2023 (data in cui ho fatto l’indagine da cui deriva questo intervento) sono state elevate tramite gli autovelox n. 1.197 sanzioni, sapete quante di queste sono state contestate all’effettivo trasgressore fermandolo?

NESSUNA!ZERO!



Lo ripeto, la Polizia Locale non c’entra nulla, fa il suo e secondo me lo fa più che bene, probabilmente con le risorse che ha non si potrebbe fare di meglio se non disobbedire (cosa che sinceramente non mi dispiacerebbe affatto) ma la scelta politica è chiara sebbene la stessa sia censurata anche istituzionalmente: Servono multe e dato che le multe conseguono ad una infrazione servono infrazioni, più ce ne sono più soldi entrano nelle casse del Comune.

Con gli autovelox si deve far cassa – la storia è più o meno la stessa su tutto il territorio nazionale dove troviamo casi anche molto più seri del nostro.



Si sta tradendo la ratio del Codice della Strada, si sta tradendo il più ovvio dovere di garantire l’incolumità dei cittadini, si guadagna sulle infrazioni e quindi si guadagna sulla moltiplicazione dei rischi perchè le sanzioni puniscono un illecito che comporta un rischio.

La cosa politicamente più rilevante è che le censure che sto muovendo io in questo frangente sull’utilizzo degli autovelox sono più o meno le stesse che muove l’attuale Ministro dei Trasporti (https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/03/21/salvini-no-alle-zone-a-30kmh-e-agli-autovelox-per-fare-cassa_b36ba8cb-5b13-433e-a9d1-524850374513.html) ossia quel Matteo Salvini che è il referente politico primario della maggioranza Anguillarina e che con il suo Comizio ha personalmente sostenuto.

Si crea – infine – anche un altro antipaticissimo effetto non secondario, una disparità di trattamento tra ricchi e poveri, mentre il “povero” si vedrà recapitare a casa una sanzione e dovrà per forza comunicare i dati della patente dell’ “effettivo trasgressore” (suoi, della nonna di Nuvolari etc…) per non pagare una seconda salata sanzione, un “ricco” potrà permettersi di pagarla e quindi di non comunicare affatto chi fosse effettivamente alla guida (magari lui stesso e non la nonna novantenne…) con buona pace della finalità preventiva ed educativa della decurtazione dei punti ma con grande soddisfazioni delle casse comunali.

E’ accettabile?

Francesco Falconi

https://www.youtube.com/watch?v=56kHVXVQOb0

2 thoughts on “Il bilancio degli (con gli) autovelox

  1. Concordo fondamentalmente con quanto scritto nell’articolo, ma il problema specifico della contestazione immediata e del suo scopo educativo risiede nel fatto che, per portarla a termine con i velox tradizionali, occorre una seconda pattuglia sistemata a debita distanza. Perché l’autovelox possa produrre sicurezza è necessario che in un territorio vasto se ne possano sistemare diverse unità. Ovvero occorrerebbe un Corpo della Polizia Locale decisamente più consistente dell’attuale, non solo ad Anguillara. Se da una parte sono giuste tutte le obiezioni che l’articolo muove, dall’altra parte non si può non tenere conto del fatto che quelle 1.197 sanzioni sono una goccia rispetto al mare di violazioni dei limiti di velocità. La contestazione immediata, con le forze in campo, ridurrebbe ancora le sanzioni in modo drastico. Detto questo, però, è abbastanza evidente che l’uso del Velox in molti comuni è decisamente di tipo “finanziario”. Purtroppo, con questa scusa, il Ministero dei Trasporti non sta facendo altro che limitare anche quel minimo effetto deterrente attualmente in essere, anziché lavorare nell’ottica di una maggiore sicurezza sulle strade.

    1. Ciao Davide, perdona ci era sfuggito il tuo commento. Il problema non sorge tanto se a fronte di 1000 sanzioni fermi poche auto ma se a fronte di 1000 sanzioni non ne fermi neanche una. Questo data fa cadere il castello, fa venire meno anche la foglia di fico del deterrente dato dalla multa perchè noi sappiamo che tra l’infrazione e la contestazione decorrono fino a 90 giorni, in quei 90 giorni il sanzionato non ha avuto alcun avviso, nessuna multa e quindi per 90 giorni non ha avuto alcun deterrente, per 90 giorni ha avuto la possibilità, spesso colposa, di violare ancora le norme con buona pace del criterio della sicurezza.

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