“NON SI POTEVA FARE NIENTE” (certo… se non sai farlo).

(ACEA, Servizio Idrico, Perdite e altre Sciagure)

Ci capita spesso di leggere alcuni commenti di Cittadini che discutono circa guasti alla rete idrica e/o problemi vari legati alla gestione del servizio idrico da parte di ACEA.

In queste discussioni più o meno sempre, ad un certo punto, emerge un’affermazione che sembra quasi voler scusare il Comune (excusatio non petita…) per non aver impedito il passaggio ad ACEA, la frase tipica è più o meno questa:

“Il passaggio era inevitabile – non si poteva fare niente!
NON E VERO!

La verità nuda e cruda è che il PASSAGGIO ACEA (una Società per Azioni a partecipazione anche privata e con finalità di lucro) è DIVENTATO inevitabile perchè il Comune NON ha fatto quello che era nei suoi poteri e nei suo diritti per evitarlo.

IL PASSAGGIO AD ACEA E’ DIVENUTO INEVITABILE A CAUSA DEL COMUNE E NON PERCHE’ LO FOSSE DAVVERO.

La norma in materia è infatti chiarissima, il Testo Unico dell’Ambiente all’art. 153 – prevede che “… le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali… sono affidate in concessione d’uso gratuita,  al gestore del servizio idrico integrato” ma non sta scritto mica da nessuna parte che questo gestore debba obbligatoriamente essere ACEA o un’altra Società per Azioni con azionariato anche privato e soprattutto con finalità di lucro, tutto il contrario!
Ricorderete infatti che nel 2011 votammo un Referendum (sulla c.d. Acqua Pubblica) il cui esito plebiscitario (un 95%) si tradusse invece nell’impedire che il servizio idrico fosse attribuibile a enti privati e per di più con finalità di lucro (come ACEA).

Cosa poteva fare il Comune quindi?
Darsi da fare per dare vita ad un gestore del servizio idrico integrato, a partecipazione interamente pubblica nel rispetto della normativa e del risultato del referendum, questo gestore poteva (forse più propriamente doveva) essere intercomunale e la minoranza aveva anche sollecitato il Sindaco ad invitare gli altri Comuni nostri vicini ad attivarsi in questa direzione.

Lo ha fatto? No!

Altri lo hanno fatto? Si!

Chi? Nel viterbese ad esempio il gestore del servizio idrico integrato è la Talete Spa, una società ad intera partecipazione pubblica (le quote societarie appartengono al 100% ai Comuni che vi si affidano).
E’ solo un esempio, ce ne sono altri ed altri etc…

Però queste Società a totale partecipazione pubblica funzionano male (direte voi) – e allora che funzionino bene, dipende ovviamente da come le gestisci, alcune funzionano più che discretamente, ACEA poi (che funziona più che bene ed è gestita da gente capacissima) non solo riesce a gestire il servizio ma ci ricava un sacco di soldi, solo l’anno scorso il gruppo ha avuto un utile netto di ben 294 mln €., Acea ATO 2 (la società del Gruppo ACEA che gestisce il servizio idrico nel nostro Comune) invece ha avuto un utile di 137 mln € . Inutile dirvi inoltre che proprio per il servizio idrico ACEA accede anche ai fondi del PNRR (quindi a fondi pubblici per investimenti che consentono guadagni ad un privato, che paese fantastico il nostro…).

Se questa è una mancanza (gravissima) sappiate che ce ne sono anche altre.

Quali? La stessa norma di cui abbiamo parlato sopra (Art. 153 TUA) prevede al comma 2 che le passività relative al servizio idrico integrato, ivi compresi gli oneri connessi all’ammortamento dei mutui oppure i mutui stessi… sono trasferite al soggetto gestore, che subentra nei relativi obblighi…. Il gestore è tenuto a subentrare nelle garanzie e nelle obbligazioni relative ai contratti di finanziamento in essere o ad estinguerli, ed a corrispondere al gestore uscente un valore di rimborso definito secondo i criteri stabiliti dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.”

Che significa? Significa che il gestore che entra (ACEA) deve farsi carico dei mutui e dei finanziamenti contratti dal gestore uscente (il Comune nel nostro caso) per il servizio idrico.

E Quindi? Quindi se il Comune di Anguillara Sabazia avesse contratto mutui o finanziamenti per riparare la nostra rete (quindi per garantirci un miglior servizio), ACEA se ne sarebbe dovuta fare carico nei termini di Legge.

Ma quindi questo significa che il Comune avrebbe potuto fare un sacco di investimenti e consegnarci una rete idrica più efficiente riversando i costi su ACEA? Si, esatto, nei termini della norma che abbiamo appena citato, ad esempio Acea quando è subentrata ci ha pagato / rimborsato a questo titolo poco più di 200 mila euro (il relativo documento è qui) peraltro per interventi sulla cui utilità dovremmo e potremmo discutere molto.

Ma allora perchè non ha fatto più investimenti? Si chiama MALA AMMINISTRAZIONE, si chiama incapacità di comprendere cosa voglia dire una norma e quali vantaggi puoi trarne, chi vuole continuare a vedere la gestione della cosa pubblica come se fosse un campionato di calcio e fare quindi il tifo per una squadra può tapparsi gli occhi e chiamarla “inevitabilità”.

Ma c’è qualcuno che lo ha fatto? Certo, diversi sono i Comuni virtuosi che prima dei passaggi hanno fatto onerosi interventi, per prenderne uno vicino a noi che è passato ad ACEA contemporaneamente a noi potremmo citare Ladispoli ad esempio che prima del passaggio ad ACEA ha investito oltre un milione di euro e se li è visti accollare tutti da ACEA, Ladispoli ha un’amministrazione che ha capito cosa volesse dire quella norma e quali vantaggi poteva trarne ed ha fatto investimenti per oltre un milione di euro dando ai suoi cittadini un servizio migliore mentre Anguillara poco o nulla (il relativo documento è qui).

Ma questa cosa il Comune la sapeva? Beh è scritta in un testo normativo, peraltro uno importante (il Testo Unico dell’Ambiente, T.U.A. per gli amici) ma anche se per ipotesi dovessimo pensare ad una forma di analfabetismo istituzionale c’è chi lo ha proprio detto in Consiglio Comunale e lo ha fatto proprio al primo Consiglio Comunale, ossia ben due anni prima del passaggio.

Siete stati voi? No è stato il Consigliere Enrico Stronati.

Cioè mi state dicendo che al primo consiglio comunale, due anni prima del passaggio ad ACEA Enrico Stronati aveva già avvertito il Comune che se avesse fatto molti investimenti sulla rete idrica questi, in caso di passaggio ad ACEA li avrebbe dovuti pagare o rimborsare lei nei termini di legge e che quindi noi oggi potremmo avere una rete idrica decente o addirittura buona? Si, Esattamente!

Vabbè ma oramai è fatta, inutile pensarci, oggi non si può fare più nulla!
Ma neanche per sogno! Al mondo c’è chi subisce (magari per convenienza) e chi invece gestisce.

Dovete sapere infatti che quando una norma (come quella che permette il passaggio ad un gestore privato con finalità di lucro) contrasta con un risultato referendario di segno esattamente contrario si verifica quello che tecnicamente si chiama “divieto di ripristino” della norma abrogata, si crea inoltre un problema di contrasto normativo (antinomia), a maggior ragione se il contrasto finisce con il riguardare non solo il dettato tra due norme ma le attribuzioni che la Costituzione riconosce allo Stato ed agli enti locali (in questo caso è una legge nazionale ad incidere su un ambito che la Costituzione stessa riconosce in capo agli enti locali, la famosa riforma del Titolo V). Si poteva quindi sollevare una questione di legittimità costituzionale.


E’ stato fatto? Si da altri ed inizialmente anche con successo, il nostro Comune si è ben guardato dal farlo.

Perchè? Cerchiamo di farla semplice, è una questione di mera capacità.

La Corte Costituzionale, come detto, si è già occupata del caso, da un lato ha dichiarato illegittime le norme che violando il divieto di ripristino hanno cercato di reintrodurre quelle abrogate con referendum aggiungendo però che questo divieto non è illimitato nel tempo, può durare fino a quando non intervenga un cambiamento del «quadro politico» o delle «circostanze di fatto» e le circostanze – guarda caso – sono cambiate tenendo in considerazione che alcuni (molti) enti pubblici non avevano creato enti di gestione pubblica che gestissero il servizio, vi riassumiamo quello che ne deriva per logica giuridica: se non c’è un soggetto pubblico a cui affidare la gestione del servizio idrico allora affidarlo ad un privato non è illegittimo perchè va comunque ritenuto preminente l’interesse pubblico ad avere un servizio fondamentale. Quindi… se non hai fatto nulla per creare un ente di gestione pubblico (ed è una responsabilità) devi passare al privato perchè carte alla mano questa è l’unica alternativa che ti rimane, in sostanza la Corte Costituzionale stingendo in via molto prosaica e riassuntiva dice ai Comuni, il risultato del referendum è chiaro ma voi non potete lamentarvi se siete dei somari e non riuscite a creare un ente pubblico di gestione del servizio idrico, colpa vostra, di che vi lamentate?

Aggiungiamo noi una amara riflessione sulla falsariga di quella fatta dalla Corte Costituzionale: una popolazione che elegge delle amministrazioni che non sono in grado o non vogliono creare un ente di gestione pubblico di che vuole lamentarsi?

Ma qualcuno in Comune ha evidenziato questa possibilità? Si, noi.

C’è ancora dell’altro, avrete certamente notato che Voi potete liberamente scegliere sul mercato diversi fornitori di energia elettrica o di gas ma non avete alcuna possibilità di scegliere il fornitore di acqua… Uhmmm non vi sembra stonata questa cosa?

ACEA dalle nostre parti opera infatti in una situazione di sostanziale monopolio (che si sta anche rafforzando), i monopoli sono l’esatto contrario di quello che la Legge auspica e in taluni casi consente, questo perchè se una Società con fine di lucro agisce in regime di monopolio (peraltro su un servizio fondamentale) non solo è in grado di alterare il mercato a suo favore decidendo unilateralmente i prezzi, non solo è anche in grado di giocare con le responsabilità (infatti è l’unica che può risolvere un eventuale problema e può decidere di farlo con un margine discrezionale che un mercato invece concorrenziale non le permetterebbe) ma diventa assegnataria di un potere così spaventosamente grande da incidere sulle stesse scelte politiche (semplicemente paventando di non far arrivare acqua alle case o agli ospedali, esattamente come accaduto durante la crisi del 2016/2017).

C’è un ente che si chiama Autorità Garante della Concorrenza del Mercato che confidenzialmente chiamiamo “ANTITRUST” che vigila proprio su questo e che ha una specifica competenza volta ad indagare, sanzionare ed impedire che via sia un abuso di posizione c.d. “dominante”.

Quando si crea una situazione che si sospetta possa incidere sulla concorrenza si fa una segnalazione a questa Autorità che sulla base di questa segnalazione apre un fascicolo ed indaga.

Il Comune di Anguillara ha mai fatto una segnalazione all’Antitrust per verificare se ACEA stesse o meno rispettando la concorrenza sul mercato? Non ci risulta.

Sapeva che poteva farlo? Certo, glielo abbiamo detto noi in Consiglio (cosa che se ce lo permettete è di suo già molto grave).

Qualcun altro lo ha fatto? Certamente! In questo momento pende infatti in Antitrust una segnalazione a carico di ACEA fatta proprio da un Comune Laziale ad esempio.

Come vedete si poteva fare tanto, tantissimo, lo si poteva fare prima, durante e dopo il passaggio.

La prossima volta che qualcuno in una conversazione scriverà “non si poteva fare altrimenti”“non si poteva impedire” “non si può far nulla”, postategli in risposta questo articolo e sentitevi autorizzati a ritenerlo un somaro.

Leda Catarci e Francesco Falconi.


11 thoughts on ““NON SI POTEVA FARE NIENTE” (certo… se non sai farlo).

  1. incompetenza o malaffare ….non so giudicare.Quello che so è che nei gruppi di Anguillara quando porti situazioni discutibili sono molto attenti perché antepongono la diffamazione.
    Con questo post non avete presentato la diffamazione ma la totale incompetenza del sindaco è di tutta la giunta che se volete posso dirvi che è peggio inquanto chi crea il malaffare sa cosa cerca ma l’incompetenza non sai dove vi porta.
    Accettate una critica ma perché non avete posto la questione per tempo…..molto probabilmente non avremmo avuta il sindaco Pizzigallo.
    Comunque ottimo lavoro

    1. Ciao Claudio, abbiamo cercato quanto più possibile di fare una mera cronaca e di riportare dati, c’è ovviamente anche una componente di valutazione politica ed amministrativa perchè siamo consiglieri e questo dobbiamo fare. La questione di ACEA ha responsabilità molto lunghe e lontane nel tempo, dal 2011 (referendum) in poi ogni amministrazione che si è succeduta ha avuto un ruolo.
      Noi la questione l’abbiamo posta nel momento stesso in cui ci siamo candidati, i nostri capisaldi erano due, PRG da revocare ed Acqua Pubblica ad ogni costo (anche quello di farsi commissariare). La maggioranza del paese ha legittimamente scelto altro, tra 4 candidati che si sono presentati hanno scelto l’unica coalizione in cui nessuno – ripeto NESSUNO – ha mai detto mezza parola su ACEA, neanche ai tempi del disastro del Lago, questo qualcosa deve pure voler dire. Anguillara ha esattamente quello che ha scelto, ha esattamente quello che merita. Nessuno ha usurpato illecitamente il potere e le elezioni si sono svolte regolarmente. La speranza è che alla prossima tornata il voto possa essere meno superficiale e questo blog serve a questo, noi non ci ricandideremo ma avvertiamo fortissimo il dovere di fornire ai cittadini del paese degli strumenti per comprendere quali conseguenze abbia la loro scelta. La portata del diritto di voto è seriamente sottovalutata. Ciao Francesco.

    2. fatti del genere mi fanno perdere il sonno e cerco di capire.
      Non è stata una scelta incompetente ma semplicemente una vendita propriamente detto malaffare .Due calcoli per cercare di capire 21000/24000 persone per difetto consideriamo 6000 nuclei familiari sempre per difetto di 1000 €/anno sono seimilioni di incasso togliendo L’IVA sei a cinquemilioni di introiti per vendere qualche cosa che non acquisti ma che devi gestire con personale che se si andasse a vedere lavora in subappalto….pensate che ci può essere margine per il malaffare.Giovanna pensar male si fa peccato ma spesso molto spesso ci si prende

      1. ACEA è una società per azioni Claudio, il suo scopo è quello di fare impresa e quindi guadagnare, il problema non è secondo me il privato che cerca di fare soldi ma il pubblico che gli consente di farlo come gli pare.

  2. Impressionante! E pure impressionante quanto sarebbe stato di pubblica utilità un atteggiamento collaborativo! Grazie dell’ottimo lavoro dj ricerca

  3. Grazie, Questo articolo, come altri precedenti già postati, andrebbero discussi nelle scuole per spiegare ai giovani come una Amministrazione Comunale nei vari settori, per l’interesse pubblico, dovrebbe operare.

    1. Ciao Roberto, grazie del commento, non abbiamo la presunzione di pensare che il nostro punto di vista possa essere un metro di giudizio o di valutazione del “buon governo”, cerchiamo di raccontare quanto più asetticamente possibile quello che vediamo, quello che pensiamo. La politica è molto brava a crearsi degli alibi, non è detto che si faccia in mala fede, magare è una semplice questione di autotutela, una sorta di istinto di protezione.
      Noi pensiamo che sia deleterio, pensiamo che la politica debba essere severamente autocritica.

    2. Troppo! In ogni caso sai che in passato abbiamo fatto incontri nelle scuole parlando della Costituzione, sono esperienze di cui ho un ottimo ricordo e che mi hanno dato tantissimo.

  4. Grazie per l’articolo, spero che lo leggano in molti e riflettano e tengano a mente per il futuro.
    Io personalmente spererei in una vostra ricandidatura alle prossime elezioni!

    1. Paolo buonasera, io ho già detto che non mi ricandiderò ed ho già detto che potrei tornare indietro d questa decisione solo in un caso: Leda candidata a Sindaco, in quel caso mi spenderei per dare a questo Paese (che forse non la merita) un Sindaco di immenso spessore politico, tecnico e soprattutto umano, poi potrei sdebitarmi, almeno in parte, dell’enorme privilegio che ho avuto nel vederla candidare con me.

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